1. Opzioni possibili

In caso di separazione o divorzio, uno degli aspetti più delicati riguarda la gestione dei beni immobili condivisi dalla coppia. Il trasferimento della proprietà di tali beni può avvenire in base ad accordi tra le parti o per effetto di una decisione giudiziale, ed è regolato da specifiche disposizioni del Codice Civile italiano. Recentemente, la Riforma Cartabia è intervenuta apportando rilevanti modifiche che influiscono anche su questi aspetti, con l’obiettivo di semplificare le procedure e migliorare la tutela dei coniugi più vulnerabili.

2. Il Codice Civile sui Trasferimenti Immobiliari

Il Codice Civile italiano rappresenta il punto di riferimento per regolamentare, con oltre 100 articoli del libro I° dedicato alla famiglia, gli effetti del matrimonio e conseguentemente gli aspetti patrimoniali derivanti a seguito della separazione e del divorzio, compresi i trasferimenti immobiliari.

  • Art. 156 c.c.: In caso di separazione, il giudice può disporre misure economiche a favore di uno dei coniugi, tra cui l’assegnazione della casa coniugale. Tale assegnazione, benché non comporti un trasferimento della proprietà, ha effetti incisivi sulla disponibilità dell’immobile, soprattutto quando vi sono figli minori coinvolti.
  • Art. 177 c.c.: riguarda la comunione legale e prevede che, in caso di scioglimento della comunione per separazione, gli immobili acquistati durante il matrimonio siano suddivisi in parti uguali tra i coniugi, salvo diversa convenzione matrimoniale.
  • Art. 194 c.c.: Stabilisce che, in caso di separazione o divorzio, i coniugi possono stipulare accordi patrimoniali, compresi quelli relativi al trasferimento di proprietà di beni immobili. Tali accordi devono essere ratificati dal giudice per acquisire efficacia.
  • Art. 337 sexies c.c.: Questo articolo regola l’assegnazione della casa familiare, specificando che essa deve essere assegnata tenendo conto del prioritario interesse dei figli minori. Tale assegnazione, pur non comportando un trasferimento di proprietà, determina un diritto di godimento dell’immobile da parte del coniuge assegnatario.

3. Aspetti fiscali dei Trasferimenti Immobiliari

È opportuno sapere che in caso di trasferimenti immobiliari a seguito di separazione o divorzio, la legge prevede un regime fiscale agevolato; questo al fine di agevolare nel maggior modo possibile la regolamentazione degli aspetti patrimoniali conseguenti allo scioglimento della comunione:

  • Art. 19 della Legge 6 marzo 1987, n. 74: Stabilisce che gli atti, i documenti e i provvedimenti relativi al trasferimento della proprietà di beni immobili effettuati in esecuzione degli accordi di separazione o divorzio sono esenti da imposte di bollo, di registro e da ogni altra tassa. Questo regime fiscale favorevole si applica esclusivamente ai trasferimenti disposti in esecuzione degli accordi ratificati dal giudice; recentemente, alcune interpretazioni giurisprudenziali e procedurali da parte degli organi accertatori hanno ampliato la tipologia di opzioni possibili per fruire delle agevolazioni fiscali connesse alla separazione/o al divorzio.

4. La Riforma Cartabia e le Novità in Materia di Trasferimenti Immobiliari

La Riforma Cartabia, attuata con il D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, ha introdotto importanti novità anche nel diritto di famiglia, con impatti significativi anche sui trasferimenti immobiliari a seguito di separazione e divorzio.

  • Unificazione dei riti: una delle novità più significative è costituita dall’unificazione dei procedimenti di separazione e divorzio, introducendo un unico rito per entrambi i casi. Questo ha semplificato le procedure, consentendo una gestione più rapida ed efficiente anche dei trasferimenti patrimoniali, compresi quelli immobiliari. Sempre più spesso, molte persone ricorrono a tale iter procedurale per ridurre i tempi e semplificare le procedure di separazione e di divorzio.
  • Semplificazione delle procedure: infatti la possibilità di presentare una domanda congiunta di separazione e divorzio ha ridotto i tempi, tra cui anche quelli necessari per giungere a un accordo sugli aspetti patrimoniali, inclusi i trasferimenti immobiliari. Questa innovazione mira a ridurre il conflitto tra le parti e a facilitare la conclusione di accordi in modo consensuale, interesse da sempre ricercato dal legislatore.
  • Tutela del coniuge economicamente debole: La riforma rafforza inevitabilmente le tutele per il coniuge economicamente più debole, favorendo la conclusione di accordi che prevedano il trasferimento di proprietà immobiliari come misura compensativa o a titolo di mantenimento. In questo contesto, il giudice ha un ruolo più attivo nel verificare l’equità degli accordi.

5. Conclusioni

I trasferimenti immobiliari a seguito di separazione e divorzio sono regolati da una normativa complessa, che tiene conto sia degli aspetti patrimoniali sia dell’interesse dei figli minori. Il Codice Civile fornisce il quadro normativo di riferimento e altre leggi, nel tempo, tra cui la recente Riforma Cartabia hanno ha portato le necessarie modifiche volte a semplificare le procedure e a migliorare la tutela delle parti coinvolte. L’intento primario è quello di consentire un passo avanti verso una gestione più efficiente e meno conflittuale delle questioni patrimoniali legate alla fine del matrimonio.

Gli argomenti trattati nel presente articolo, necessitano dei dovuti approfondimenti legati ad ogni singola casistica che solamente un professionista abilitato può valutare ed esaminare suggerendo al proprio cliente la scelta migliore e più adatta alle proprie necessità. L’Avv. Elisa Pelella si rende disponibile all’esame del caso concreto presso il proprio ufficio di Ravenna, previo appuntamento.